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LE MAPPE DI ILVO DIAMANTI

La geografia degli orientamenti culturali, sociali e politici degli italiani, tracciata dagli articoli di Ilvo Diamanti per La Repubblica.
EXPLOIT DI DRAGHI TRA I LEADER MELONI TOGLIE ALTRI VOTI ALLA LEGA
[La Repubblica, 29 agosto 2020]

Il clima di emergenza generato dal Coronavirus incombe ancora, sulla società. In Italia, in Europa. Nel mondo. Ma, rispetto a qualche mese fa, è un po' migliorato. Così, gli orientamenti politici dei cittadini stanno, a loro volta, cambiando. In attesa del referendum che, secondo le indicazioni del sondaggio condotto da Demos per l'Atlante Politico di Repubblica , appare piuttosto un plebiscito, sostenuto da 8 cittadini su 10. Insieme all'emergenza, si sta riducendo anche il consenso verso il governo e il premier. Che si mantiene, comunque, su livelli molto elevati. Mentre incalzano i "governatori". E figure autorevoli come Mario Draghi. Al centro dell'attenzione dopo l'intervento al Meeting di Rimini. La fiducia verso il governo, raggiunge il 57%, mentre lo scorso marzo superava il 70%. Lo stesso premier, Giuseppe Conte, resta il più apprezzato fra i leader, con il 60% di valutazioni positive. Ma cala di oltre 10 punti rispetto a marzo. È come se il sentimento politico "nazionale" subisse la perdita di riferimenti. In positivo e, ancor più, in negativo. Perché la politica in Italia è sempre stata segnata da "divisioni" profonde, che hanno fornito motivo di "unità". Intorno a comuni "nemici", più che "amici". L'anticomunismo ha attraversato la società e il territorio nel corso del dopoguerra. Fino alla caduta del muro di Berlino. Quando, in Italia, negli anni Novanta, è stato sostituito dal muro di Arcore. Eretto da Berlusconi. Che ha spinto, "dall'altra parte", la sinistra. Cioè: i soliti comunisti. Nell'ultimo decennio, dopo il "declino" di Berlusconi, si è (ri)affermato lo spirito anti-politico. Anti-casta. Da sempre latente, è stato interpretato ed enfatizzato dal M5S. Che, tuttavia, sta rischiando, a sua volta, di venire risucchiato dallo stesso vortice. Perché l'anti-partito sta divenendo un partito e gli anti-politici: politici. Di governo. Una tendenza inevitabile per chi, anche in modo critico, accetta le regole della democrazia rappresentativa. Così, assai più della distinzione destra/sinistra, nell'ultimo decennio, l'ultimo muro rimasto nella politica italiana è l'anti-salvinismo. L'alternativa - pro o contro - espressa dal leader della Lega. Un tempo regionalista e padana. Oggi Nazionale. Euro- scettica. Anti-politica. E di Destra. Tuttavia, anche questo muro sta perdendo la capacità di dividere e, quindi, unire. Come si è cercato di mostrare nelle Mappe più recenti. Il sondaggio dell'Atlante Politico di Demos, appena svolto, lo conferma, in modo esplicito.

La Lega di Salvini, infatti, è ancora il primo partito, in Italia, con il 24,5% delle intenzioni di voto. Ma cala di circa 10 punti rispetto alle Europee e di 5 rispetto allo scorso febbraio. Non pare più un "muro". Piuttosto, un "solco", seppure profondo. Dietro, solo i Fd'I di Giorgia Meloni hanno allargato la loro base. A Destra. Erodendo, soprattutto, i consensi perduti dalla Lega. E da FI. Oggi hanno superato il 15%. Il doppio rispetto a un anno fa. Giorgia Meloni, peraltro, ha scavalcato Salvini, nelle preferenze degli elettori. I Fd'I, ormai, incalzano il M5s. Dimezzato rispetto alle politiche del 2018. Tuttavia, stabile negli ultimi mesi. Come il PD. Poco sotto il 21%. Secondo partito, in Italia, ma ancora distante dalla Lega. Non si vede, dunque, un soggetto politico "dominante". Il Centro-Destra, peraltro, rimane lo schieramento politico più forte. Ma i suoi equilibri interni sono cambiati. In particolare, perché FI appare dimezzata rispetto alle Politiche. Tuttavia, Berlusconi mantiene un ruolo importante, di mediazione. Perché la qualità di Salvini non è certo la "coalizione", semmai, "l'opposizione". Come ha di-mostrato un anno fa, rompendo il patto con il M5s. Dall'altra parte, il Centro-Sinistra, se si aggregano, il PD, LeU e la Sinistra e la stessa Italia Viva (un "partito personale" sostenuto da poche persone...), supera a fatica il 27%. E ciò sottolinea il principale problema del sistema politico italiano, oggi. La mancanza di riferimenti comuni. Di identità ma anche di interesse. Capaci di generare attrazione. Oppure divisione. Interpretati da partiti, movimenti.

Ma anche da leader. Giuseppe Conte resta il più apprezzato, con il 60% di consensi. Ma se l'emergenza si dovesse ridimensionare, come tutti sperano, c'è il rischio che si ridimensioni anche la sua popolarità. E riprendano quota altre figure, che intercettano altre paure. Salvini per primo. Impegnato, non per caso, a collegare il virus agli immigrati. Il suo argomento privilegiato. Mentre è interessante osservare come resti elevato il consenso dei governatori. Luca Zaia, per primo, ma anche Vincenzo De Luca. E, in misura minore, Stefano Bonaccini. Un segno dei tempi, nei quali i confini regionali, "interni" al Paese, sono divenuti importanti quanto quelli "esterni". Inter-nazionali. Ma è interessante anche il grado di consenso espresso dagli italiani verso Mario Draghi, ex Presidente della Bce. A conferma di quanto "contino i conti". Nel rapporto con l'Ue. E di quanto sia forte l'attesa di novità. Di un "uomo veramente forte".

Così oggi gli italiani appaiono "frammentati", più che "divisi". Politicamente. Senza partiti e capi "con-divisi".
Ed è significativo come l'unico vero orientamento che li accomuna sia il prossimo referendum sulla riduzione dei parlamentari. Secondo il sondaggio di Demos, un plebiscito. Approvato da oltre 8 cittadini su 10. L'impressione è che, nella percezione degli italiani, più che a "riformare" il sistema politico e costituzionale, serva a "contrastarlo" - per non dire di peggio. È significativo, peraltro, che i più scettici, rispetto a questa prospettiva, siano, politicamente, gli elettori del PD. All'opposto degli alleati del M5s. A conferma di un'intesa incerta. Fra due soggetti politici incerti. Uniti dall'incertezza circa il (loro) futuro. Soprattutto se questo governo dovesse cadere...

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