demos & PI
contatti area riservata
RAPPORTO GLI ITALIANI E LO STATO OSSERVATORIO CAPITALE SOCIALE IL MONDO A NORDEST MONITOR ITALIA LE INDAGINI EUROPEE
Le mappe di Ilvo Diamanti
ULTIME MAPPE
Cala la fiducia nel Governo, FdI ai minimi, FI insidia la Lega, PD in risalita ai danni dei 5S
(20 aprile 2024)
vedi »
Italiani malati di calcio ma con l’effetto Sinner il tennis sbaraglia tutti gli altri sport
(8 aprile 2024)
vedi »
Gli italiani e i migranti “Preoccupano ancora ma non rubano il lavoro”
(18 marzo 2024)
vedi »
Le passioni degli italiani Cresce a sorpresa il tifo per la politica la Chiesa perde quota
(9 marzo 2024)
vedi »
LE MAPPE DI ILVO DIAMANTI

La geografia degli orientamenti culturali, sociali e politici degli italiani, tracciata dagli articoli di Ilvo Diamanti per La Repubblica.
AMBIENTE BATTE CRESCITA I CAMBIAMENTI CLIMATICI SPAVENTANO GLI ITALIANI
[La Repubblica, 22 maggio 2023]

A volte i sondaggi affrontano questioni serie. Incombenti. E rischiano di essere già vecchi, prima di pubblicarli. Questo sondaggio affronta la questione del rischio ambientale. Ed è stato condotto pochi giorni prima della drammatica alluvione che ha sconvolto l'Emilia-Romagna. La Romagna, in particolare. Si tratta di un "percorso" che conosco bene. L'ho "percorso" per 30 anni. E oltre. Regolarmente, ogni settimana. Da quando, nel 1990, ho iniziato a insegnare all'Università di Urbino. E ho proseguito, fino a pochi mesi fa. Per questo il dramma dell'alluvione mi colpisce in modo personale. Anche se non ho subito "danni personali". Tuttavia, nelle prossime settimane tornerò a Urbino. Per impegni con l'Università. E per rivedere i luoghi che mi sono familiari. Al di là di questi risvolti privati, i sondaggi condotti da Demos negli ultimi anni, regolarmente e fino a poche settimane fa, sottolineano quanto il rischio ambientale fosse - e sia - percepito come serio. Prioritario. Anche rispettoalla crescita economica. Questo sentimento è condiviso ed espresso da oltre il 60% dei cittadini, in misura sostanzialmente costante, negli ultimi anni. à certo che, dopo quanto è appena avvenuto, questa "opinione" è divenuta una "certezza".
Un'evidenza. Percepita da (quasi) tutti. Ma, soprattutto, dai più giovani. Fra i quali si osserva il maggior grado di accordo con la proposta europea di vincolare la costruzione dei nuovi edifici all'obbligo di essere a emissioni zero. A partire dal 2028. E di rispettare i limiti di classe energetica entro il 2030. Il divieto di vendere auto-mezzi a benzina e diesel, dal 2035, invece, incontra meno favore. Perché, evidentemente, vincolerebbe l'autonomia di movimento personale. Tuttavia, anche in questo caso, la componente di chi condivide il provvedimento, fra i più giovani, prevale nettamente. In quanto supera il 60%.

Le proposte dell'Unione Europea, peraltro, incontrano un favore maggiormente differenziato, soprattutto se osservate in base all'orientamento politico. E di partito. Il grado di approvazione appare maggioritario solamente fra gli elettori del Pd, perquel che riguarda il divieto di vendere auto-mezzi a benzina e diesel. Mentre, all'opposto, la base dei FdI appare, in maggioranza, contraria a entrambi i provvedimenti. Un profilo che si ripropone, in parte, quando si osservano le opinioni circa il rapporto fra ambiente e crescita. Anche se l'attenzione verso l'ambiente appare superiore e maggioritaria presso tutti gli elettorati. Tuttavia, il grado di consenso, al proposito, risulta più circoscritto fra gli elettori di Centro-Destra. In particolare, di FI, Lega e FdI. Mentre, è più elevato fra i sostenitori del Pd. Che, al proposito, superano lo stesso M5S. Animato, in origine, da una forte spinta ambientalista.

Questi dati confermano come il drammatico evento che ha travolto l'Emilia-Romagna rifletta un timore diffuso. Da anni. Anche se solo di fronte a emergenze drammatiche come quella in corso ci rendiamo conto di quanto le nostre paure, i nostri timori "ambientali" siano diffusi e "presenti". Anzi, costituiscano "il presente". E contribuiscano a tracciare i percorsi e le mappe del nostro futuro. Perché si tratta di fenomeni "prevedibili". "Previsti" da una larga maggioranza dei cittadini. Da molto tempo. Anzi, da sempre. Le alluvioni, come le frane, gli allagamenti sono fenomeni "naturali", enfatizzati e moltiplicati dai cambiamenti prodotti non solo dagli attori economici, ma dalle istituzioni. Dalle persone e dalla società. Cioè, da noi.

Si tratta di cambiamenti che si sono accumulati, un giorno dopo l'altro. Ai quali, però, abbiamo attribuito un peso relativo. Senza prevedere che avrebbero generato conseguenze improvvise e catastrofiche. Com'è avvenuto in questa occasione. E in altre precedenti. Che abbiamo nascosto in spazi d'ombra della nostra memoria. Inutile ricostruire gli altri eventi drammatici ai quali abbiamo assistito. E abbiamo, puntualmente, rimosso, perché per vivere dobbiamo andare e guardare avanti. Oltre. Anche e tanto più quando avvengono intorno a noi. E oggi, d'altra parte, tutto si svolge davanti ai nostri occhi. Anche se giunge da lontano. Perché i media, la televisione, il digitale, riproducono e ripropongono gli avvenimenti in diretta. Tutti. A maggior ragione i più drammatici. Per dovere di cronaca. E perché, comunque, la paura, il dolore, i drammi della vita quotidiana generano e attraggono l'attenzione. Alla fine, fanno spettacolo. Anche se coinvolgono emotivamente. O, forse, proprio per questo.

Tuttavia, se i danni e le tragedie ambientali sono prevedibili, non possiamo rassegnarci alla sofferenza, "alla (com)passione del giorno dopo". Per questo motivo, "oggi" dobbiamo sentirci tutti (emiliano) romagnoli. Perché "domani" potrebbe toccare (anche, ancora) a noi.

home  |  obiettivi  |  organizzazione  |  approfondimenti  |  rete demos & PI  |  partner  |  privacy step srl  ::  p. iva 02340540240