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OSSERVATORIO EUROPEO SULLA SICUREZZA

Monitoraggio periodico sulle diverse facce dell'insicurezza, realizzato da Demos e Oss. di Pavia per Fondazione Unipolis. Una indagine che mette in relazione percezione, rappresentazione e realtà.
L'INSICUREZZA TORNA DENTRO I "CONFINI SOCIALI"

Un'Italia sempre più diseguale, divisa in due, tra "chi ha poco" (tanti) e "chi ha molto" (pochi). La crisi accresce l'insicurezza economica e sociale dei cittadini italiani, i tre quarti dei quali sono molto preoccupati anzitutto per il lavoro che non c'è (per chi lo cerca) e per il rischio di perderlo (per chi ce l'ha), e allo stesso tempo per la perdita di reddito che impone di ricorrere ai risparmi degli anni passati. Addirittura l'85% dei nostri connazionali vede a rischio il futuro, soprattutto dei giovani, per i quali si prevedono condizioni peggiori delle generazioni precedenti. Così, la crescita della "paura della criminalità" è in parte spiegabile con l'aumento dell'insicurezza sociale complessiva. Una percezione molto chiara e definita, che però stenta ancora a farsi strada nella rappresentazione che di essa forniscono i media, soprattutto i telegiornali.

La quinta edizione del Rapporto sulla Sicurezza in Italia e in Europa analizza la percezione sociale della sicurezza dei cittadini sulla base di una approfondita indagine su un campione rappresentativo della popolazione italiana, oltre che di Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna; la rappresentazione mediatica della sicurezza è invece rilevata attraverso l'informazione trasmessa dai principali telegiornali degli stessi paesi.

Dopo quattro anni nei quali la prevalenza era data alla paura dell'incolumità personale, il significato della Sicurezza è rientrato all'interno dei confini sociali. Un significato riassunto principalmente dall'incertezza economica, dalla paure legate al lavoro, al risparmio, al reddito familiare, al costo della vita e alla pressione fiscale. La sicurezza, cioè, è tornata ad essere, com'era un tempo, previdenza sociale. Possibilità di affrontare le incertezze e la precarietà della condizione personale, familiare e sociale, oggi e domani.

NOTA INFORMATIVA

Il Rapporto sulla sicurezza in Italia e in Europa, giunto alla quinta edizione, è una iniziativa di Demos & Pi, Osservatorio di Pavia e Fondazione Unipolis. Il Rapporto è diretto da Ilvo Diamanti e si basa su due distinte ricerche.

La prima, volta a rilevare la percezione sociale della sicurezza, è stata realizzata da Demos attraverso due rilevazioni demoscopiche:
- un sondaggio telefonico realizzato, nel periodo ottobre - novembre 2011, in cinque Paesi europei, con il metodo CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing). L'universo di riferimento è costituto dalla popolazione di età superiore ai 15 anni di cinque Paesi: Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Spagna. Il campione, di 5000 casi (1000 per ciascun Paese), è rappresentativo della popolazione di riferimento, a partire da quote definite in base alle principali variabili socio-demografiche. La rilevazione è stata condotta da cinque agenzie demoscopiche, coordinate dalla Pragma Srl, che ha realizzato, inoltre, la parte del sondaggio relativa all'Italia. Gli altri istituti sono: Efficience 3 (Francia); Ipsos (Germania); ICM (Gran Bretagna); Quota Research (Spagna).
- un sondaggio telefonico svolto, nel periodo 18-27 gennaio 2012, dalla società Demetra di Venezia, con il metodo CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing - supervisione: Beatrice Bartoli). Il campione, di 2200 persone, è rappresentativo della popolazione italiana di età superiore ai 15 anni, per genere, età e zona geopolitica.
L'indagine è stata diretta, in tutte le sue fasi, da Ilvo Diamanti. Fabio Bordignon e Martina Di Pierdomenico, con la collaborazione di Federica Zambon, hanno curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati.
Documento completo su www.agcom.it.

La seconda, realizzata dall'Osservatorio di Pavia, riporta l'analisi sulla "notiziabilità" del tema in base all'indicizzazione dei telegiornali e alla conseguente rilevazione delle notizie ansiogene. Per la parte italiana sono state considerate le edizioni del prime time di 6 reti, 3 pubbliche (Rai 1, Rai 2 e Rai 3) e 3 private (Canale 5, Italia 1 e Rete 4), a cui si è aggiunta a partire da settembre 2010 La 7.
Per la parte relativa al confronto europeo, sono state analizzate le edizioni del prime time dei telegiornali di maggior ascolto del servizio pubblico di Italia (Rai 1), Francia (France 2), Spagna (Tve), Germania (Ard) e Gran Bretagna (Bbc One) per l'intero 2011. L'analisi è stata diretta, in tutte le sue fasi, da Antonio Nizzoli. Paola Barretta ha curato la parte metodologica, organizzativa, l'analisi dei dati e il confronto tra i notiziari europei.

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