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OSSERVATORIO CAPITALE SOCIALE - FOCUS SULLE CLASSI SOCIALI

Osservatorio nazionale a cadenza trimestrale in collaborazione con Coop (Ass. Naz.le cooperative di consumatori). Senso civico, altruismo, solidarietà e altri comportamenti riconducibili al concetto di "capitale sociale".
LA SOCIETÀ SEMICHIUSA
[di Ilvo Diamanti]

IL GRANDE POPOLO DEL CETO MEDIO
[di Luigi Ceccarini]

Adottando la prospettiva delle classi sociali la società italiana appare piuttosto articolata. Differenziata non solo nella disponibilità di risorse e di patrimoni immobiliari, ma anche nella zona urbana di residenza, nei percorsi di mobilità sociale, nella valutazione del futuro, delle professioni, negli orientamenti politici. Si combinano cioè elementi strutturali e di prospettiva.
Sono questi i principali risultati della 10° indagine dell'Osservatorio sul capitale sociale curata da Demos per Coop, che ha voluto approfondire un aspetto centrale della società: la stratificazione di classe. E' stato analizzato in particolare il ceto medio, anzi, i ceti medi vista la loro eterogeneità interna.
Gli italiani ritengono di appartenere soprattutto a questa classe (54%). Una quota importante si sente ceto popolare-classe operaia (40%). Pochi si dicono (e sono) ceto dirigente, borghesia (6%). Si sentono ceto popolare-classe operaia principalmente gli operai comuni. Meno quelli specializzati, gli artigiani e chi svolge mansioni manuali nel settore dei servizi. Gli insegnanti, gli impiegati, i tecnici, i professionisti si definiscono prima di tutto come ceto medio. Dirigenti, imprenditori, funzionari e commercianti si riconoscono di più nella classe superiore.
Nella percezione degli italiani la distinzione sociale tra ceti medi e classe popolare-operaia passa in primo luogo attraverso elementi visibili e di consumo: il tenore e lo stile di vita (48%), il patrimonio familiare (42%). Conta meno la considerazione sociale, la scuola frequentata, la disponibilità di tempo libero.
Un dato dell'Osservatorio Demos-Coop che fornisce un'idea della società italiana riguarda la componente di chi è "mobile" all'interno di questa stratificazione. E' in ascesa - ritiene cioè di aver migliorato la propria condizione socioeconomica rispetto a 5 anni fa - una quota ampia della classe dirigente (39%). Considerevole è quella osservata nei ceti medi (28%). Quasi "immobili", invece, appaiono i ceti popolari-operai; è una componente ampia della società (40% nel totale) che in larga misura si sente stabile (42%) o addirittura in declino (44%).
Questa classe, peraltro, si distingue per guardare con considerazione figure professionali ad alta visibilità mediatica: calciatore, cantante, presentatore, velina. Fermo restando il medico, che emerge come figura di maggior prestigio in tutte le classi. I ceti medi valorizzano maggiormente ingegneri, scrittori, insegnanti, giornalisti. La borghesia indica scienziati, politici, manager, ingegneri, giornalisti, artisti.
Ma vi sono altre linee di frattura. La casa ad esempio, non solo il possesso, ma anche come ubicazione; i ceti popolari vivono in periferia (39%). Meno in zone residenziali (13%), dove abitano i ceti medi (24%). Quelli superiori risiedono di più in queste aree (32%) o in centro (37%), specie nelle grandi città. Il totale dei voti al centro-sinistra è dato per il 62% dalla classe popolare-operaia, quota che si limita al 46% per il centro-destra. Il ceto medio in ascesa e la borghesia guardano maggiormente in direzione dei partiti di centro-destra.
Chi appartiene al ceto medio in declino si differenzia da quello in ascesa anche sotto altri profili. Le famiglie dei primi assicurano meno risorse, in termini di relazioni e conoscenze, ma anche di trasmissione del patrimonio. Così, per avere mobilità sociale, il ceto medio in declino conta maggiormente sulla qualità della formazione e meno sull'aiuto della famiglia. Per il ceto medio in ascesa le garanzie della famiglia inducono a vedere la vita e il futuro, proprio e dei figli, con meno incertezza. Pensano di acquisire patrimoni, per eredità (63% vs. 40%) o investendo in altre case (30% vs. 11%). Si ritengono persone più felici. Sono più aperte alla mobilità territoriale per ragioni di lavoro. Guardano all'agenda di governo con la speranza che la riduzione delle tasse entri come obiettivo (23% vs. 13%). Il ceto medio in declino, invece, sembra più preoccupato a guardare le insicurezze del proprio futuro.
NOTA METODOLOGICA

L'Osservatorio sul capitale sociale è diretto da Ilvo Diamanti e realizzato da Demos & Pi in collaborazione con Coop (Ass. Naz.le cooperative di consumatori). L'indagine è curata da Ilvo Diamanti, Luigi Ceccarini e Fabio Bordignon con la collaborazione di Ludovico Gardani per la parte metodologica (LaPolis, Univ. di Urbino) e Filippo Nani (Medialab, Vicenza) per quella organizzativa. Natascia Porcellato ha partecipato all'impostazione dell'indagine e all'analisi dei risultati.
Il sondaggio è condotto dalla società Demetra di Venezia (sistema CATI, supervisione Andrea Suisani) nel periodo 23-31 maggio 2006. I dati sono stati successivamente trattati e rielaborati in forma del tutto anonima. Il campione intervistato (N=1428) è rappresentativo della popolazione italiana con oltre 15 anni per genere, età, titolo di studio e zona geopolitica di residenza.
Indagine apparsa su La Repubblica, 04 giugno 2006.
Il documento completo su www.agcom.it.
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